Contro la tecnodittatura per un diritto alla vita analogica in Costituzione, è possibile?

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Iniziativa interessante da parte dell’associazione Digitalcourage che chiede l’inserimento in Costituzione di un “diritto alla vita analogica” e avvia una petizione contro l’obbligo digitale. Una battaglia che merita pieno sostegno, almeno secondo Ralf Wurzbacher dalle Nachdenkseiten

Un Diritto alla Vita Analogica

Si parla molto della Costituzione in questo periodo. Ha 75 anni ed è ancora “in buona forma”. Davvero? Avete mai pensato, cari rappresentanti del popolo, di inserire nella Costituzione un “diritto alla vita analogica”? Questo sì che sarebbe al passo con i tempi, perché non sarebbe così terribilmente stupido e alla moda come “Digital First” e “le preoccupazioni vengono per ultime”. Libertà, caro Christian Lindner, significa soprattutto la libertà di poter scegliere tra alternative. Ma Google, Amazon e compagnia ci lasciano ben poche scelte. E le borse ministeriali ammuffite su TikTok non rendono certo la scelta più facile.

Solo un’idea stravagante? No, una questione seria e si spera non solo ben intenzionata. Giovedì, gli attivisti per la privacy di Digitalcourage hanno lanciato una petizione. Testo: “Chiediamo al Bundestag tedesco di inserire nel Grundgesetz il diritto a una vita senza obbligo digitale.” L’associazione ha esperienza in questo campo e un cuore combattente. Ad esempio, ha in corso una causa contro la Deutsche Bahn per la loro “app navigatore spione”. L’app è piena di tracker che monitorano costantemente l’utente. Nel 2023, l’iniziativa ha assegnato alla Deutsche Post il BigBrotherAward annuale. Sempre più stazioni di consegna del gigante giallo possono essere aperte solo tramite smartphone.

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Senza App sei uno Scemo

“Senza smartphone niente menù, senza e-mail niente biglietto, senza app niente pacco, senza account niente appuntamento dal medico – questa tendenza verso l’obbligo digitale sta accelerando,” ha avvertito mercoledì la fondatrice di Digitalcourage, Rena Tangens, tramite comunicato stampa. “In sempre più situazioni siamo costretti a fare il login, registrarci online o scaricare un’app – e a rivelare sempre più dati personali.” Si sostiene “in linea di principio una digitalizzazione ben pensata e rispettosa della privacy, se esistono accessi analogici”. Oggi, invece, spesso si procede così: “Facciamo un’app e offriamo tutti i nostri servizi solo tramite essa.”

Dieci mesi fa, la Freie Presse della Sassonia titolava: “Senza app sei uno scemo”. Centrato in pieno, e chi scrive queste righe può testimoniarlo. Come uno degli ultimi Mohicani con un semplice telefono offline, si sente sempre più spesso emarginato in molte situazioni della vita. Mentre tutti intorno a lui si spogliano digitalmente, lui rimane abbottonato sul bus, con un pezzo di carta in mano e la coscienza pulita, ma comunque in qualche modo escluso, tagliato fuori. E il conducente rolla gli occhi quando deve dare il resto – per il “sabotatore del futuro”. La “vecchia scuola” dovrebbe essere difesa con orgoglio e passione, non solo contro, ma anche per le miliardi di marionette digitali che non si preoccupano di chi fruga nelle loro menti – primi fra tutti Bill Gates, Jeff Bezos o Elon Musk.

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Deserto del Servizio

Non sono solo i giganti della Silicon Valley a essere invadenti. Non è migliore Doctolib, un altro mostro di dati con un BigBrotherAward, senza il quale è (quasi) impossibile entrare dal pediatra. Sì, si può anche aspettare mezz’ora in fila, finché l’assistente non risponde infastidita al telefono, mentre studia le offerte di lavoro alla ricerca di personale qualificato. Oppure si può richiedere un passaporto alla municipalità. Telefonare è inutile, bisogna compilare il modulo online, grazie per la vostra apertura e poi aspettare tre mesi. In breve: digitalizzazione è un altro modo per dire deserto del servizio, avvolta in belle promesse e chi non partecipa, è fregato.

Ce ne sono ancora tanti. Un abitante su dieci in Germania non possedeva un cellulare l’anno scorso. Tra gli over 65, erano più della metà, tra gli over 80, due terzi erano ancora analogici e quindi spesso in difficoltà. Oggi, proprio i servizi pubblici (vitali) per gli anziani sono accessibili solo con grandi difficoltà – o per niente, perché Doctolib non ha tempo per casi di tachicardia.

Contro la Tecnodittatura

Per non parlare della Bahn. Ha abolito la Bahncard come carta di plastica. Chi non usa l’app DB o non ha un account cliente online non ottiene più sconti e deve pagare il prezzo intero. I titolari di conto senza smartphone possono almeno stampare un documento di sostituzione in carta, come marchio d’infamia per coloro che sono rimasti all’era di Gutenberg. Viaggiare in treno diventa ancora meno piacevole. Grazie mille! Tuttavia, il colosso statale deve affrontare dure critiche da parte dei consumatori, delle associazioni dei trasporti e delle associazioni dei passeggeri, e forse questo porterà a un cambiamento. Ma sarebbe solo un bell’inciampo di uno spirito del tempo ossessionato dalla tecnologia, che stringe sempre di più la camicia di forza digitale intorno a corpo e mente.

Digitalcourage vuole “affrontare il problema alla radice” con un articolo specifico nella Costituzione – prima che sia troppo tardi. “Il tempo stringe, perché sempre più servizi analogici, che finora erano disponibili, vengono eliminati”, ha detto Tangens. “Ricostruire questa infrastruttura in seguito sarà difficile, se sarà scomparsa.” Ci sono persone che affermano che il problema “prima o poi ‘scomparirà'”, ha osservato. “Questo non è solo cinico, ma semplicemente falso.” Quanto è vero: l’autodeterminazione informativa non è una bizzarria di vecchi che domani marciranno sotto terra. Potrebbe essere ciò che salva la terra domani da qualcosa di peggiore – una tecnodittatura onnipotente.

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