I nuovi dati del Ministero Federale delle Finanze sollevano preoccupazioni riguardo alle pensioni Riester: non solo sono estremamente basse, ma spesso così esigue che quasi non vale la pena annualizzare il capitale. Questi numeri mostrano ancora una volta che la previdenza integrativa in Germania, per come è stata concepita, è una truffa legalizzata a danno dei lavoratori dove le commissioni e le spese di gestione si mangiano tutto il capitale. Ne scrive Capital.de
Da tempo, clienti e associazioni dei consumatori si lamentano dei costi elevati delle pensioni Riester. Soprattutto l’impegno amministrativo e la complessità dei prodotti rendono i contratti così costosi, talvolta al punto da assorbire completamente il sussidio statale. Inoltre, la maggior parte dei clienti non è nemmeno a conoscenza di un altro problema, di natura più matematica: è difficile quantificare quanto i contratti pagheranno effettivamente alla fine.
Fino ad oggi. I nuovi dati del Ministero Federale delle Finanze ci mostrano ora l’entità dei pagamenti annuali dei contratti Riester, e il risultato è più spaventoso del previsto.
Il Ministero federale delle Finanze ha presentato i dati sia per il totale di circa un milione di contratti di previdenza integrativa già entrati nella fase pensionistica, sia suddivisi in cifre medie per diverse situazioni. Questi dati includono pensionati uomini e donne, se la pensione viene erogata mensilmente in modo continuativo o se una parte del capitale viene ritirata all’inizio. I dati risalgono alla fine del 2022, coincidendo con il 20° anniversario della pensione Riester. Questo è importante perché i primi contratti ventennali stanno entrando nella fase di liquidazione.
Un dato saliente è che, in media, l’importo annuo delle pensioni Riester tra tutti coloro che stanno già ricevendo un assegno è di 1581 euro, che equivale a circa 131 euro al mese. Quindi, in media, i contratti non stanno più pagando come in passato. Ma c’è di peggio: una persona su due riceve meno di 70 euro.
I miseri 131 euro rappresentano solo la metà della verità. Questo importo da solo dimostra quanto la pensione Riester sia lontana dall’obiettivo reale, che è quello di compensare il divario pensionistico in aumento nella pensione legale, la quale continua a ridursi. La verità è che i 131 euro rappresentano solo la media aritmetica, influenzata positivamente da alcuni contratti Riester con versamenti più elevati. La maggior parte dei contratti, invece, è molto al di sotto di questa media. Ciò è dimostrato dalla mediana, che dobbiamo esaminare con attenzione. La mediana rappresenta il valore medio al di sotto del quale si trova esattamente la metà delle pensioni Riester, mentre l’altra metà è al di sopra di questo importo.
In questo caso, la mediana è di 840 euro all’anno, equivalente a 70 euro al mese. Questo valore tiene conto di tutte le persone che ricevono pagamenti da uno o più contratti Riester, inclusi sia pagamenti mensili in corso che somme forfettarie. Se limitiamo l’analisi solo alle persone con un unico contratto Riester che già ricevono una pensione mensile regolare (cosa che dovrebbe essere comune con questo prodotto pensionistico sovvenzionato dallo Stato), la somma si riduce ulteriormente: l’importo mediano per questi pensionati Riester “normali” è di soli 728 euro all’anno, ovvero 60 euro al mese.
In molti contratti, il capitale accumulato fino alla fine della durata del contratto è così esiguo che non vale nemmeno la pena di annualizzarlo. In alternativa, il cliente potrebbe ritirare una parte del capitale e ricevere solo il rimanente come pensione mensile. In questi casi, con un capitale estremamente ridotto, si verifica la cosiddetta “liquidazione di una rendita di piccolo importo”, perché altrimenti la rendita mensile sarebbe così bassa che non varrebbe la pena di pagarla a rate. Sorprendentemente, ben il 22% di tutti i contratti Riester che scadono nel 2022 – dopo 20 anni di risparmio – contengono solo importi di questo tipo.
Un contratto su cinque.
Il bilancio è addirittura in perdita. Questa non solo sembra una conclusione scioccante dopo 20 anni di risparmio con i contratti Riester, ma è anche vera se si guardano le cifre dettagliate: il 31% di tutti i pensionati riceve meno di 500 euro all’anno dal proprio contratto Riester (nemmeno 42 euro al mese). Un altro 32% riceve al massimo 83 euro al mese, cioè 1000 euro all’anno. E nemmeno il 20% riceve più di 125 euro al mese di pensione corrente.
Tutto ciò fa capire quanto siano giustificati gli avvertimenti di associazioni di consumatori come Finanzwende, che solo di recente hanno calcolato: Con i contratti Riester e Rürup attualmente in vendita – che si tratti di unit-linked o di polizze assicurative pensionistiche classiche – bisogna probabilmente fare i conti con rendimenti così bassi che in genere non compensano nemmeno l’inflazione nel lungo periodo. In poche parole, i risparmiatori finiscono per subire delle perdite. Nonostante la sovvenzione statale di base.
Dai dati del Ministero delle Finanze sappiamo anche che i contratti di solito non vengono risparmiati molto generosamente. In media, vengono versati annualmente poco meno di 1000 euro. Si tratta di un importo superiore a quello che la maggior parte dei contratti versa in seguito sotto forma di pensione annuale. Questo dato da solo dimostra quanto sia scarso il rendimento dei contratti. Ciò rende ancora più sconcertante una cosa: perché i politici discutono da anni di questa carenza, ma non sono ancora riusciti a realizzare una riforma delle pensioni Riester? Neanche lontanamente. Anche se persino gli esperti, gli istituti di ricerca economica e gli esperti di economia la chiedono. Finora è stata bloccata soprattutto dalla lobby delle compagnie di assicurazione, ben radicata in parlamento e nel governo.