Il diritto dei criminali

Mentre il Reich nazista era in grado di investire somme immense per invadere Stati stranieri e condurvi guerre di sterminio di massa, il suo successore legale non mostra alcuna volontà di pagare anche un solo centesimo di risarcimento materiale alle vittimescrive German Foreign Policy. La Repubblica federale resta fedele ai suoi principi e anche il governo Scholz si rifiuta di pagare qualsiasi risarcimento alle vittime dei crimini nazisti in Italia. Ne scrive il sempre ben informato German Foreign Policy

richard burton il massacro

Il governo italiano ha deciso di risarcire i crimini di guerra nazisti, mentre la Repubblica Federale Tedesca esce esonerata da questa responsabilità . Questo è il risultato di una sentenza della Corte Costituzionale italiana, pubblicata alla fine di luglio. La sentenza afferma chiaramente che non ci sono obiezioni legali al trasferimento di circa 60 milioni di euro dai fondi dell’Unione Europea destinati alla ricostruzione post-Covid a un fondo di compensazione che verrà utilizzato per erogare piccoli risarcimenti ai discendenti delle vittime dei massacri perpetrati dalla Wehrmacht e dalle SS durante la Seconda Guerra Mondiale. Questa decisione pone fine a decenni di controversie legali su eventi come il massacro del 29 giugno 1944, quando un’unità delle SS attaccò la città di Civitella, vicino ad Arezzo, uccidendo oltre 200 abitanti. In passato, i tribunali italiani avevano più volte condannato la Repubblica Federale Tedesca a risarcire i danni, ma Berlino aveva costantemente resistito, persino appellandosi alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia per ottenere l’immunità sovrana. Berlino sosteneva che i crimini nazisti costituivano atti sovrani contro i quali i discendenti delle vittime non potevano avanzare richieste legali. L’attuale governo federale, noto come “Coalizione dei valori,” alla fine ha anche avuto successo nel suo intento di evitare questi risarcimenti.

Immunità della Germania: Una Lunga Battaglia Legale

La lotta dei discendenti delle vittime italiane del nazismo per ottenere un risarcimento dai responsabili tedeschi si è protratta per decenni. Il 20 ottobre 2008 rappresentò un possibile punto di svolta quando la Corte di Cassazione di Roma, la massima istanza della giustizia italiana, stabilì che la Germania era tenuta a pagare un risarcimento per il massacro avvenuto il 29 giugno 1944 a Civitella, vicino ad Arezzo, dove un’unità delle SS aveva ucciso brutalmente più di 200 abitanti.

Questa vittoria tuttavia fu presto contestata quando il governo tedesco impugnò la sentenza, presentando una causa contro l’Italia presso la Corte Internazionale di Giustizia (CIG) dell’Aia solo due mesi dopo, il 23 dicembre 2008. Secondo la posizione di Berlino, l’Italia aveva violato il principio dell’immunità di Stato. Questo principio impedisce ai privati di citare in giudizio attività sovrane di Stati stranieri. Dal punto di vista tedesco, il crimine di massa nazista era considerato quindi un atto sovrano contro il quale i discendenti delle vittime non avevano il diritto di agire legalmente. La battaglia legale culminò in una sentenza della Corte Internazionale di Giustizia il 3 febbraio 2012, che diede ragione alla Repubblica Federale Tedesca, consolidando così la sua posizione sull’immunità statale.

La Resistenza della Magistratura Italiana

La magistratura italiana non ha accettato passivamente l’idea che le vittime del nazismo e i loro discendenti fossero privati del diritto di portare in tribunale i responsabili e lo Stato tedesco. Pertanto, il 22 ottobre 2014, la Corte di Cassazione di Roma ha emesso una sentenza che stabiliva la non compatibilità della decisione della Corte Internazionale di Giustizia (CIG) del 3 febbraio 2012 con la Costituzione italiana. Ciò significava che le cause intentate contro la Germania per ottenere risarcimenti per i crimini nazisti erano ancora ritenute ammissibili in Italia.

Di conseguenza, i discendenti delle vittime del nazismo hanno intrapreso nuove azioni legali. Nel 2017, ad esempio, un tribunale in Abruzzo, a Sulmona, ha stabilito che la Repubblica Federale Tedesca doveva pagare un risarcimento per il massacro nazista di 128 persone nella vicina città di Roccaraso. Nel 2018, il Tribunale Civile di Roma ha emesso una sentenza che obbligava la Germania a risarcire il figlio di Paolo Frascà, un italiano imprigionato dalla polizia tedesca nel 1944, torturato e ucciso il 24 marzo 1944 insieme ad altri 334 civili nelle Fosse Ardeatine, a sud di Roma.

Nella primavera del 2022, erano già state emesse le prime 15 sentenze a favore della Repubblica Federale, ma se ne attendevano altre. La magistratura italiana aveva preso di mira la vendita forzata delle proprietà tedesche in Italia, come il Goethe-Institut, come parte degli sforzi per ottenere un risarcimento per le vittime e i loro discendenti.

La Pressione su Roma e l’Iniziativa Italiana

Nel corso del 2022, il governo italiano è stato oggetto di pressioni da parte della Germania e si è trovato di fronte all’incapacità di opporsi all’influenza del paese dominante dell’Unione Europea su una questione di notevole rilevanza economica. Di fronte a questa sfida, nell’aprile del 2022, il governo italiano ha preso una decisione risoluta. Ha emanato un decreto legge che prevedeva la creazione di un fondo di compensazione, alimentato con circa 60 milioni di euro, destinato a risarcire i discendenti delle vittime del nazismo. Roma ha accettato di trasferire direttamente questa somma al fondo, mentre Berlino è rimasta esente da qualsiasi contributo finanziario. La reazione suscitata da questa situazione ha portato i media italiani a sottolineare che il governo tedesco, guidato dalla coalizione di SPD, Bündnis 90/Die Grünen e FDP, ha accettato con favore la decisione italiana di esentare lo Stato responsabile dai pagamenti di risarcimenti per i crimini commessi dal suo predecessore legale. In risposta a un’interrogazione del Bundestag, il governo tedesco ha confermato la sua scelta di non partecipare al fondo di compensazione italiano e ha espresso il suo disinteresse nel considerare l’istituzione di un proprio fondo di risarcimento parallelo a favore dei parenti delle vittime. Il governo federale ha ribadito questa posizione in risposta a ulteriori richieste del Bundestag, confermando che non intende prendere parte al fondo per il risarcimento italiano.

“Una presa in giro”

La Corte Costituzionale italiana ha recentemente respinto le obiezioni al decreto governativo, confermando la validità del fondo di compensazione. Tuttavia, al momento, ci sono già 780 cause pendenti, con richieste di risarcimento che superano gli 800 milioni di euro. Inoltre, ci sono centinaia di cause civili sono ancora in sospeso, a rappresentare le richieste di migliaia di persone in cerca di giustizia. È importante notare che il fondo è limitato a 60 milioni di euro a causa delle sue origini: i fondi provengono infatti dal fondo per la ricostruzione post-Covid dell’Unione Europea, una limitazione che ha suscitato un’indignazione diffusa per l’apparente insufficienza dei risarcimenti. Giulio Disegni, vicepresidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, ha definito questa situazione “una presa in giro”.

La Repubblica dei valori


La Repubblica Federale rimane fedele a se stessa rifiutando categoricamente di pagare un risarcimento per i crimini di guerra nazisti. Per decenni infatti ha rifiutato con fermezza di pagare qualsiasi risarcimento ai parenti delle vittime del nazismo di altri Paesi, come con la Grecia [11]. Mentre il Reich nazista era in grado di investire somme immense per invadere Stati stranieri e condurvi guerre di sterminio di massa, il suo successore legale non mostra alcuna volontà di pagare anche un solo centesimo di risarcimento materiale alle vittime. Finché i responsabili tedeschi dei crimini nazisti sono rimasti in vita, tutti i governi federali si sono adoperati affinché rimanessero impuniti o ricevessero una pena il più lieve possibile; non li hanno estradati all’estero o, se i responsabili erano già stati arrestati, li hanno affiancati e aiutati come meglio potevano. Non da ultimo, anche i criminali di guerra responsabili di massacri in Italia ne hanno beneficiato .

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