sahra wagenknecht
dpatop - 12 December 2023, Berlin: Sahra Wagenknecht, member of the Bundestag, speaks at a press conference on the occasion of the constitution of the group "Bündnis Sahra Wagenknecht - Für Vernunft und Gerechtigkeit". Photo: Kay Nietfeld/dpa (Photo by Kay Nietfeld/picture alliance via Getty Images)

Se c’è una politica che non ha paura di dire le cose come stanno, quella è Sahra Wagenknecht. E questa volta, il suo attacco è diretto al cuore del governo tedesco, colpevole, a suo dire, di un colossale tradimento nei confronti degli elettori. Ma non è sola: anche Jessica Tatti ha preso posizione con un intervento infuocato, denunciando lo stesso inganno ai danni della democrazia. Cosa sta succedendo davvero in Germania? Perché si parla del più grande piano di riarmo della storia recente? E soprattutto, chi sta tradendo chi?

sahra wagenknecht

La Germania ha voltato le spalle ai suoi cittadini?

L’accusa è pesante: meno di due settimane dopo le elezioni, le promesse elettorali vengono ribaltate senza alcun riguardo per gli elettori. Si era parlato di investimenti in infrastrutture, scuole, ponti. Ora, invece, il governo sta spingendo per un riarmo senza precedenti, finanziato con debiti miliardari.

Wagenknecht non usa mezzi termini: “Questo è il più grande inganno nella storia della Bundesrepublik”. E, a ben vedere, non è la sola a pensarla così. Anche Jessica Tatti si scaglia contro la CDU e la SPD, accusandole di aver nascosto i loro veri piani durante la campagna elettorale per poi rivelarli solo una volta ottenuto il potere.

Riarmo o inganno? Il caso delle spese militari

Quello che sta succedendo ha dell’incredibile: si parla di 50 miliardi di debito all’anno, di cui gran parte destinati alla spesa militare. E nel frattempo, le scuole cadono a pezzi, le strade restano dissestate e le pensioni continuano a perdere valore. Il governo prometteva di investire nelle infrastrutture, ma la realtà è ben diversa: quello che si sta facendo è una vera e propria “militarizzazione della spesa pubblica”.

Per Wagenknecht, il piano di riarmo è una mossa scellerata che serve solo a compiacere gli Stati Uniti e a proseguire guerre per procura a spese dell’Europa. E a chi sostiene che sia una necessità per la sicurezza nazionale, la risposta è tagliente:

“Possiamo comprare tutti i carri armati e i missili che vogliamo, ma un conflitto con una potenza nucleare come la Russia non lo vinceremo mai. E la nostra economia non reggerà questa corsa al riarmo”.

Un Parlamento al servizio di chi?

Oltre al contenuto, Wagenknecht denuncia anche il metodo con cui il governo sta cercando di far passare il pacchetto di spese militari. Un Parlamento appena sconfitto alle urne sta decidendo il futuro della Germania con un voto accelerato, prima che entri in carica la nuova maggioranza.

Jessica Tatti rincara la dose, sottolineando come questo sia un attacco diretto alla democrazia stessa. “Se siete così sicuri di quello che fate, perché non lo avete detto prima delle elezioni?”. La risposta, in fondo, sembra ovvia: perché la verità avrebbe spaventato gli elettori.

Il parallelismo storico: 1914 si ripete?

Jessica Tatti spinge ancora più in là il paragone, ricordando come la SPD avesse già tradito i suoi principi nel 1914, votando a favore dei crediti di guerra che portarono la Germania nel primo conflitto mondiale. “Oggi succede di nuovo: la SPD racconta favole sugli investimenti nel welfare, ma in realtà tutto il denaro andrà in armamenti”, denuncia.

La sua indignazione è evidente: “Alla fine di questa legislatura, la crisi abitativa sarà ancora più grave, i pensionati saranno ancora più poveri e le scuole saranno in condizioni peggiori di oggi”.

Germania e armi nucleari

Un piano nascosto durante la campagna elettorale

Tatti e Wagenknecht accusano il governo di aver tenuto intenzionalmente fuori dalla campagna elettorale questo progetto, aspettando il momento giusto per farlo emergere. Ma davvero la Germania si è trovata improvvisamente di fronte a una situazione così grave da giustificare un cambio di rotta così drastico?

Secondo Wagenknecht, non è affatto così. Già da mesi era chiaro che gli Stati Uniti stavano riducendo il loro impegno militare in Europa e chiedevano all’UE di fare di più. Ma nessuno ne ha parlato prima del voto, per non perdere consensi.

Tatti aggiunge un’altra riflessione importante: non c’era nessun motivo di urgenza, se non quello di far passare la misura prima che il nuovo Parlamento si insediasse. Un’accusa che lascia pochi dubbi sulla natura politica della manovra.

riarmo germania

La Germania ha ancora una voce indipendente?

Al centro di tutto questo c’è un altro tema cruciale: la politica estera tedesca. Wagenknecht denuncia una dipendenza sempre più marcata dagli interessi di Washington, sostenendo che Berlino stia seguendo ciecamente una strategia che mette in pericolo la sicurezza e l’economia del Paese.

“Fuck the EU” non lo ha detto Donald Trump, ma una funzionaria USA. Eppure, continuiamo a comportarci come burattini nelle loro mani”, accusa Wagenknecht. Secondo lei, l’Europa deve reagire con una politica estera autonoma, che tenga conto dei propri interessi economici e strategici, invece di seguire ogni indicazione proveniente dagli Stati Uniti.

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Al di là delle polemiche, la questione centrale resta una: qual è il futuro che la Germania vuole costruire per i suoi cittadini?

Le scelte di oggi determineranno il Paese di domani. Wagenknecht e Tatti lanciano l’allarme: se il governo continua su questa strada, a pagare il prezzo saranno i cittadini comuni. Meno investimenti in servizi pubblici, più disuguaglianze, più debito. E un Paese che rischia di essere trascinato in conflitti che non gli appartengono.

L’ultima parola, come sempre, spetta ai cittadini.