Il dibattito sull’economia europea si infiamma con le preoccupazioni sollevate dall’economista tedesco Heiner Flassbeck riguardo al rischio concreto di una nuova Eurocrisi nel 2025. Le sue analisi puntano il dito contro politiche monetarie inadeguate e le crescenti divergenze inflazionistiche tra i paesi membri dell’Eurozona, un mix esplosivo che potrebbe minare la stabilità dell’intera area valutaria.

Abbandoniamo il gergo tecnico e concentriamoci sui punti critici evidenziati da Flassbeck, analizzando come le “fehldiagnose” (diagnosi errate) delle istituzioni europee stiano aprendo la strada a una potenziale crisi.
La BCE e le “Fehldiagnose”: Un Distacco dalla Realtà Economica
Flassbeck critica aspramente l’approccio confuso e spesso scollegato dalla realtà della Banca Centrale Europea (BCE). In particolare, punta il dito contro le dichiarazioni di Isabel Schnabel, membro del comitato esecutivo della BCE, che individua “rischi misurabili” per l’inflazione a medio-lungo termine legati a fattori geopolitici, al cambiamento climatico e alla scarsità di manodopera.

Secondo Flassbeck, questa visione appartiene a una “Ökonomik von einer anderen Welt” (economia di un altro mondo), poiché ignora la pressione competitiva che impedisce alle imprese di trasferire facilmente i costi sui consumatori. Non ci sono evidenze concrete di un aumento del potere di pricing delle imprese, anzi, la concorrenza spietata rende difficile aumentare i prezzi, anche a fronte di costi crescenti.
Inoltre, Flassbeck critica l’uso di “medie” da parte della BCE, poiché queste nascondono le profonde divergenze tra i paesi membri. La politica monetaria unica, basata su medie aggregate, risulta inadeguata a gestire le specificità delle singole economie, creando squilibri e tensioni all’interno dell’Eurozona. Questa inadeguatezza è fonte di preoccupazione, poiché una politica monetaria che non rispecchia le reali condizioni economiche dei singoli Stati può portare a decisioni controproducenti.

Divergenze Salariali e Perdita di Competitività: Un Mix Esplosivo
Uno dei punti centrali dell’analisi di Flassbeck riguarda le divergenze salariali tra i paesi membri e il loro impatto sulla competitività. I paesi con aumenti salariali eccessivi, non supportati da un adeguato aumento della produttività, stanno perdendo competitività sui mercati internazionali. Questo si traduce in una riduzione delle esportazioni, una diminuzione degli investimenti esteri e un rallentamento della crescita economica. La perdita di competitività, a sua volta, può innescare una spirale negativa che porta alla diminuzione dei posti di lavoro e alla difficoltà di attrarre nuovi investimenti.
Flassbeck sottolinea l’importanza di un “Lohnpfad” (percorso salariale) sostenibile, ovvero un percorso di crescita dei salari coerente con l’obiettivo di un’inflazione del 2% e con l’aumento della produttività. I paesi che si discostano da questo percorso rischiano di compromettere la loro capacità di competere a livello globale e di sviluppare un’industria nazionale solida. Un approccio equilibrato alla crescita salariale è quindi fondamentale per garantire la stabilità economica a lungo termine.

L’Industria Sotto Pressione: Margini di Profitto Erosi e Rischio di Deindustrializzazione
La pressione sui profitti nel settore industriale è un altro campanello d’allarme che, secondo Flassbeck, non deve essere sottovalutato. Nonostante l’aumento dei salari, i prezzi alla produzione nell’industria rimangono stabili, erodendo i margini di profitto delle imprese.
Questa situazione costringe le aziende a ridurre gli investimenti, tagliare i posti di lavoro o delocalizzare la produzione, con conseguenze negative per l’occupazione e la crescita economica. Il rischio di deindustrializzazione, soprattutto per i paesi dell’Europa orientale, è concreto, minacciando la capacità di queste economie di competere nel lungo periodo. La perdita di tessuto industriale non solo ha un impatto negativo sull’occupazione, ma riduce anche la capacità di innovazione e sviluppo tecnologico dei paesi coinvolti.

Il Fallimento della Commissione Europea: Il “Più Grande Perdente”
Flassbeck non risparmia critiche nemmeno alla Commissione Europea, definendola “der größte Versager” (il più grande perdente). La Commissione, che ha il compito di monitorare le economie dei paesi membri e promuovere la convergenza, sta fallendo nel suo ruolo di sorveglianza e coordinamento.
La Commissione non sta intervenendo in modo efficace per correggere gli squilibri macroeconomici, permettendo alle divergenze di ampliarsi e aumentando il rischio di una nuova crisi. Questo lassismo è inaccettabile, considerando le “klar vorgeschriebenen Aufgaben” (compiti chiaramente prescritti) che la Commissione dovrebbe svolgere. Un’azione più incisiva da parte della Commissione sarebbe fondamentale per garantire che i paesi membri rispettino gli accordi e per prevenire situazioni di squilibrio economico.

L’Allarme per i Paesi a Rischio: Croazia, Bulgaria e Non Solo
Flassbeck esprime particolare preoccupazione per la situazione di paesi come Croazia, Bulgaria, Estonia e Portogallo, che considera particolarmente vulnerabili. Questi paesi stanno ripetendo gli errori del passato, con aumenti salariali eccessivi e una perdita di competitività che li espone a gravi rischi.
La Croazia, ad esempio, registra un aumento dei salari del 14%, un valore insostenibile che compromette la sua capacità di competere nel mercato europeo. Anche i paesi baltici, che hanno già subito le conseguenze di politiche economiche errate negli anni 2000, sembrano non aver imparato la lezione.
Questi paesi rischiano di perdere la capacità di costruire un’industria nazionale competitiva, diventando dipendenti dagli investimenti esteri a basso costo. Quando il costo del lavoro aumenterà, le imprese occidentali delocalizzeranno la produzione altrove, lasciando questi paesi con un’economia fragile e dipendente dall’estero. La dipendenza da investimenti esteri può rendere questi paesi particolarmente vulnerabili a shock economici esterni e a cambiamenti nelle politiche delle multinazionali.

Come Evitare il Peggio: Proposte per una Politica Economica più Coerente
Di fronte a questo scenario allarmante, Flassbeck propone una serie di misure per evitare una nuova crisi:
- Coordinamento delle politiche salariali: È fondamentale che i paesi membri si impegnino a coordinare le loro politiche salariali, evitando aumenti eccessivi che compromettano la competitività.
- Intervento attivo della Commissione Europea: La Commissione deve riprendere il suo ruolo di sorveglianza e coordinamento, intervenendo in modo tempestivo per correggere gli squilibri macroeconomici.
- Riforma della politica monetaria della BCE: La BCE deve adottare una politica monetaria più flessibile, che tenga conto delle specificità dei singoli paesi membri.
- Investimenti mirati: È necessario investire in settori strategici per aumentare la competitività dei paesi più deboli, promuovendo l’innovazione e la formazione.

Un Futuro Ancora da Scrivere
Le analisi di Heiner Flassbeck sollevano interrogativi cruciali sul futuro dell’Eurozona. Le divergenze economiche e le politiche monetarie inadeguate rappresentano una minaccia concreta per la stabilità dell’euro. Tuttavia, la crisi può essere evitata se i leader politici europei prenderanno coscienza della gravità della situazione e agiranno con determinazione per correggere gli squilibri.
Il futuro dell’Eurozona è ancora da scrivere. Sta ai paesi membri e alle istituzioni europee dimostrare di essere all’altezza della sfida, adottando politiche economiche coerenti e sostenibili per garantire la prosperità e la stabilità dell’intera area valutaria. Solo attraverso un impegno congiunto e una visione condivisa sarà possibile superare le attuali sfide e costruire un futuro economico solido per l’Europa.