Heiner Flassbeck – Perchè dopo il crollo dei prezzi alla produzione in Germania, la BCE deve ridurre i tassi

L’ottimo Heiner Flassbeck ci spiega perchè dopo il -14.7% registstrato dai prezzi alla produzione in Germania nel settembre 2023 la BCE deve iniziare a ridurre i tassi di interesse se non vuole spingere l’intero continente in recessione. Da Relevante Oekonomik

Heiner Flassbeck
Heiner Flassbeck

Il 14,7% in meno. Questo è quanto ha annunciato l’Ufficio federale di statistica riguardo ai prezzi alla produzione in Germania nel settembre 2023 rispetto all’anno precedente, segnando il calo più significativo dei prezzi alla produzione in Germania dalla prima rilevazione nel 1949. Anche escludendo l’energia, i prezzi alla produzione sono aumentati solo dello 0,8% rispetto a settembre 2022, mentre a confronto con agosto 2023, si è verificata una diminuzione dello 0,1%. Questa è la realtà evidenziata dai dati ufficiali.

Un commento di rilievo è comparso ieri sulla rivista Wirtschaftsdienst, scritto da Volker Wieland, un noto economista ed esperto di politica monetaria di Francoforte. Nell’articolo, Wieland ha concluso che non vi sono ragioni per consentire un ulteriore aumento dell’inflazione. Egli ha sostenuto che la BCE dovrebbe alzare ulteriormente i tassi di interesse, poiché il tasso di interesse attuale risulta ancora troppo basso rispetto al tasso d’inflazione. Nel suo articolo, ha scritto quanto segue:

“Nel settembre 2023, l’inflazione di fondo è scesa significativamente, passando dal 5,3% al 4,5%. Nel secondo trimestre, l’inflazione interna, misurata attraverso il deflatore del PIL, è stata ancora al 6%. Il tasso di interesse del mercato monetario non ha superato il livello dell’inflazione, come prescrive il principio di Taylor. Di conseguenza, la BCE dovrebbe garantire una riduzione sostenibile dell’inflazione attraverso ulteriori incrementi dei tassi d’interesse, con l’obiettivo di avvicinarsi al 5%. In ottica di gestione del rischio, sarebbe preferibile stringere un po’ di piu’ che meno”

Quando si esamina il rapporto tra i tassi d’interesse e l’andamento dei prezzi, è essenziale considerare quale sia il tasso d’inflazione rilevante per le aziende interessate dalla politica della BCE. In particolare, le imprese che intendono investire giocano un ruolo fondamentale.

In qualità di scienziati, è fondamentale considerare se l’inflazione che interessa questo gruppo di attori economici, particolarmente il settore del commercio al dettaglio, abbia un ruolo centrale. Tuttavia, potrebbe essere altrettanto importante valutare l’impatto sui prezzi alla produzione industriale, i quali rivestono un ruolo critico per le imprese che pianificano investimenti nel rinnovamento delle proprie strutture produttive. Queste aziende si trovano in una situazione in cui i prezzi dei loro prodotti diminuiscono notevolmente in presenza di prezzi energetici bassi, ma aumentano solo in misura limitata senza l’energia come elemento trainante. In questo scenario, utilizzando il metodo di misurazione di Volker Wieland, il tasso d’interesse potrebbe apparire eccessivamente elevato, risultando quasi proibitivo per qualsiasi tipo di investimento. Per la maggior parte delle imprese che intendono investire, l’inflazione dei consumatori svolge un ruolo marginale. È fondamentale che questo aspetto venga almeno menzionato se si desidera essere presi sul serio quando si fanno queste analisi.

Tuttavia, la situazione è ancora più articolata. Ciò che conta per un’azienda che desidera investire oggi non è tanto quanto i prezzi siano aumentati rispetto all’anno precedente, ma piuttosto quanto possano aumentare rispetto al livello attuale nei prossimi mesi e anni. Questo è cruciale per determinare se gli alti tassi d’interesse potrebbero essere compensati da futuri aumenti dei prezzi. In questa prospettiva, il confronto del tasso di aumento dei prezzi attuali è l’indicatore rilevante, ovvero il tasso di aumento dei prezzi più recente (ad esempio a settembre) rispetto al mese precedente (ad agosto). Il confronto con lo stesso mese dell’anno precedente non offre alcun contributo significativo a questa valutazione, e lo stesso vale per il “deflatore del PIL nel secondo trimestre di quest’anno” rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Di conseguenza, gli investitori, nonostante l’incertezza inevitabile, devono focalizzarsi su questo tasso. In molte delle aree esaminate, tale tasso si attesta intorno o al di sotto dello zero. In tale contesto, il tasso d’interesse stabilito dalla BCE supera notevolmente il tasso d’inflazione rilevante per le aziende, e pertanto non vi è una base razionale per suggerire ulteriori aumenti dei tassi d’interesse, tanto meno da una prospettiva scientifica.

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