Il tramonto dell’asse franco-tedesco

“L’amicizia franco-tedesca è in realtà una polarità che va interpretata nel senso che, in effetti, non siamo d’accordo su nulla” ha recentemente affermato il ministro dell’economia tedesco Robert Habeck. Ormai l’asse franco-tedesco è solo un’espressione giornalistica, perchè è evidente che Francia e Germania non sono d’accordo su nulla. Ne scrive il sempre ben informato German Foreign Policy

Da diversi anni ormai, la disputa franco-tedesca su importanti progetti comuni di riarmo è all’ordine del giorno. Nel 2017, Berlino e Parigi avevano concordato sei progetti che coinvolgevano aziende di entrambi i paesi, e in parte anche società di Paesi terzi: lo sviluppo di un Future Combat Air System (FCAS) congiunto basato su un jet da combattimento di sesta generazione, un nuovo Main Ground Combat System (MGCS) con un nuovo carro armato principale, un nuovo aereo da pattugliamento marittimo, un nuovo drone (“Eurodrone”), un nuovo sistema di artiglieria e l’aggiornamento dell’elicottero da combattimento Tiger. Tuttavia, il progetto dell’aereo da pattugliamento marittimo è stato abbandonato dal momento in cui, nel giugno 2021, Berlino ha annunciato l’acquisto dei modelli P-8A Poseidon statunitensi della Boeing. Nel maggio di quest’anno, il Ministero della Difesa tedesco ha annunciato che non parteciperà all’aggiornamento dell’elicottero da combattimento Tiger, ma che invece lo eliminerà gradualmente. Inoltre, anche il sistema di artiglieria sembra essersi arenato negli anni recenti.

Gli altri tre progetti di riarmo congiungo sono ufficialmente ancora in corso, ma si trovano in gravi difficoltà. L’MGCS è stato recentemente sull’orlo dell’estinzione ed è stato salvato solo dopo un intervento personale dei ministri della Difesa di entrambi i Paesi, Boris Pistorius e Sébastien Lecornu. Gli esperti sono molto scettici sul completamento del progetto. Anche l’FCAS ha incontrato scetticismo, anche se lo sviluppo del sistema di combattimento aereo sta avanzando. Si dice che Airbus e il governo tedesco siano in contatto con Londra per mantenere aperte alternative, considerando che il Regno Unito sta avanzando con il suo caccia di sesta generazione, il “Tempest”.

Per quanto riguarda l’Eurodrone, alcuni lo considerano già obsoleto, poiché è un drone di grandi dimensioni con volo relativamente lento, che lo rende vulnerabile alla moderna difesa aerea. Un esperto francese del Consiglio tedesco per le relazioni estere (DGAP) ha affermato che “Berlino e Parigi si trascinano senza entusiasmo, ma hanno ancora paura di porre fine alla cooperazione”.

Le gravi divergenze tra Berlino e Parigi si sono sviluppate anche in numerosi altri campi, tra cui la politica nei confronti della Cina, l’accordo di libero scambio con il Mercosur e le norme fiscali dell’UE. La controversia sulla riforma del mercato dell’elettricità dell’UE si è ulteriormente acuita. Parigi vorrebbe usarlo per ridurre drasticamente i prezzi del suo nucleare attraverso un complesso meccanismo, consentendo così all’industria francese un prezzo dell’elettricità con cui, secondo gli osservatori, “nessuno nell’UE può competere seriamente”. Berlino vede l’industria tedesca, che già soffre di prezzi dell’energia particolarmente elevati, in uno svantaggio strutturale e vi si oppone. La controversia si inasprisce; nel governo francese si parla già di “linee rosse”.

Controversie sulla politica del Caucaso


Nuove divergenze franco-tedesche stanno diventando evidenti, non da ultimo in politica estera, per quanto riguarda il Caucaso meridionale. Martedì scorso, il ministro degli Esteri francese Catherine Colonna ha visitato la capitale dell’Armenia, Yerevan, e ha promesso al Paese un sostegno completo. Ha dichiarato di essere impegnata a garantire che un pacchetto di aiuti dell’UE per l’Armenia, già in fase di preparazione, sia “significativo, solido e proporzionato alla portata della crisi”. Ha inoltre confermato che la Francia fornirà armi all’Armenia. Finora, Yerevan ha acquistato le sue armi principalmente dalla Russia. Berlino invece si sta mostrando molto piu’ cauta. Il Ministro degli Esteri Annalena Baerbock, ad esempio, si è esplicitamente rifiutata di accompagnare Colonna nel suo viaggio a Yerevan. Berlino intende infatti acquistare maggiori quantità di gas naturale dall’Azerbaigian per sostituire la mancanza di gas russo [14]. Questo sarebbe probabilmente messo in discussione se Berlino si opponesse a Baku in modo troppo netto. Da parte sua, la presidente dell’Assemblea nazionale francese, Yaël Braun-Pivet, ha dichiarato la scorsa settimana in merito agli eventi in Nagorno-Karabakh: “Non possiamo lasciare che questo accada” e ha esplicitamente chiesto sanzioni contro il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev e la sua famiglia. Berlino, invece, si sta mettendo di traverso.

Chiuso

Nel frattempoil governo tedesco ha deciso di effettuare drastici tagli ai finanziamenti per diversi Goethe-Institut in Francia, senza aver consultato preventivamente le città e le istituzioni coinvolte. Ad esempio, i finanziamenti per i Goethe-Institut di Lione e Tolosa sono stati significativamente ridotti, con Tolosa che in futuro avrà accesso a soli 5.000 euro per le attività culturali . Questa decisione ha sollevato un notevole malcontento in Francia, soprattutto considerando che Tolosa è sede del gruppo franco-tedesco Airbus. Inoltre, i Goethe-Institut di Bordeaux, Lille e Strasburgo verranno chiusi completamente entro la fine dell’anno. Il quotidiano regionale La Voix du Nord di Lille ha commentato che questo rappresenta “un pessimo segnale da parte della Germania”. Franck Leroy, presidente del consiglio regionale della regione Grand Est, che include Strasburgo, ha espresso il suo profondo rammarico per la chiusura e ha invitato a un’azione comune da entrambe le sponde del Reno.

Non c’è accordo su nulla

In una dichiarazione franca rilasciata durante la conferenza degli ambasciatori di Berlino all’inizio di settembre, il Ministro federale dell’Economia Robert Habeck ha delineato la situazione attuale delle relazioni franco-tedesche. Riferendosi al Trattato di Aquisgrana del 22 gennaio 2019, che sottolinea l’indissolubile legame degli interessi di sicurezza franco-tedeschi, Habeck ha espresso apertamente: “L’amicizia franco-tedesca è in realtà una polarità che va interpretata nel senso che, in effetti, non siamo d’accordo su nulla”.

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