L’Italia si ritira dal progetto della “Belt and Road Initative” proprio quando a Pechino festeggiano i primi 10 anni di successi della Via della Seta cinese, ne scrive lo Zeitung vum Lëtzebuerger Vollek

La Belt and Road Initiative (BRI) della Cina ha avuto un impatto significativo sul mondo. Nel 2013, quando il presidente cinese Xi Jinping annunciò l’ambizioso progetto di rivitalizzare la millenaria Via della Seta, pochi erano in grado di prevedere i profondi cambiamenti geopolitici che ne sarebbero derivati.
Oggi, più di 150 Paesi e organizzazioni internazionali in Asia, Europa, Africa e America sono coinvolti in questa iniziativa. Nel corso degli anni, sono stati avviati oltre 3.000 progetti con investimenti che ammontano a miliardi di dollari. Molti Stati, tra cui il Pakistan, il Laos e il Kenya, hanno beneficiato della BRI attraverso la costruzione di infrastrutture chiave per il trasporto e l’energia, nonché la realizzazione di centrali elettriche, impianti portuali, canali, centri commerciali e nodi di trasbordo. Questi progetti sarebbero stati difficili, se non impossibili, da realizzare senza il sostegno finanziario cinese, l’esperienza tecnica e la capacità industriale cinese, e rappresentano sfide che le potenze coloniali occidentali non avevano mai affrontato.
Un esempio notevole è il Corridoio Cina-Pakistan, una via di comunicazione lunga 3.000 chilometri che collega il porto di Gwadar sul Mar Arabico alla provincia cinese dello Xinjiang. Oltre a sviluppare reti ferroviarie e strade cruciali, questo progetto ha migliorato notevolmente la fornitura di energia elettrica in Pakistan, aumentando la produzione di energia del 25% e contribuendo a una crescita economica del 2-2,5% nel Paese.
Inoltre, la ferrovia Cina-Laos, che si estende per 414 chilometri da Kunming, capitale dello Yunnan, a Vientiane, capitale del Laos, ha consentito al Laos, privo di sbocchi sul mare, di accedere al mercato cinese e internazionale per la prima volta. Allo stesso modo, la ferrovia standard del Kenya, lunga 578 chilometri, ha collegato Nairobi a Mombasa, creando nuove opportunità di sviluppo.
Secondo stime del Ministero degli Esteri cinese, gli investimenti e i progetti legati alla BRI hanno contribuito a un aumento del reddito globale compreso tra lo 0,7% e il 2,9%, hanno creato 420.000 posti di lavoro e hanno permesso a 40 milioni di persone di uscire dalla povertà.
Ma la Belt and Road Initiative è molto di più di una semplice iniziativa infrastrutturale. Essa funge da motore commerciale ed economico, promuovendo la crescita economica in regioni come l’Iran e l’Asia centrale, che stanno emergendo come nodi vitali tra l’Asia orientale e l’Eurasia occidentale e sudoccidentale. Questi nuovi collegamenti commerciali su vasta scala portano anche a un maggiore scambio culturale e a una migliore comprensione reciproca tra le nazioni coinvolte.
Un esempio evidente dell’influenza crescente della Cina è il riavvicinamento tra Arabia Saudita, Iran e Paesi arabi, mediato dal Ministero degli Esteri cinese. In passato, sotto l’egemonia statunitense, le tensioni tra queste potenze energetiche erano alimentate da un approccio di “divide et impera”, e persino il conflitto militare sembrava possibile. Tuttavia, il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi è riuscito a convincere i negoziatori di entrambi i lati dei benefici di una cooperazione basata su vantaggi reciproci. La BRI, gli investimenti globali cinesi e le relazioni commerciali sottolineano la necessità di un ambiente stabile e pacifico.
Il 3° Forum “BRI” che si tiene a Pechino in ottobre in occasione del 10° anniversario del lancio della Belt and Road Initiative, rappresenta un importante punto di incontro per oltre 110 Paesi. La partecipazione di leader internazionali, tra cui il Presidente russo Vladimir Putin, dimostra l’importanza che la cooperazione economica e politica con la Cina riveste per la leadership mondiale.
Questo decimo anniversario non è solo un’occasione di celebrazione, ma anche un momento per riflettere sulle esperienze passate e adattarsi ai nuovi sviluppi. Nel marzo 2023, Xi Jinping ha presentato tre iniziative connesse alla BRI: l’Iniziativa di civilizzazione globale, l’Iniziativa di sviluppo globale e l’Iniziativa di sicurezza globale. Queste iniziative promuovono un ordine mondiale pacifico e pragmaticamente orientato alla cooperazione, costituendo una risposta cinese al concetto di lotta tra le grandi potenze tipico degli Stati Uniti, all'”ordine basato sui valori” e agli sforzi americani di dominio globale in tutti i campi.